E pieno, per giunta.
Niente da dire però: divertente come al solito, e coinvolgente perché i ragazzi sanno esserlo in un modo tutto loro, che non ti lascia respiro, e in quei momenti ricordi perché hai deciso di raccontare storie. Poi arriva sempre il momento in cui guardi implorante le insegnanti con negli occhi l’espressione: “Non dirlo, non dirlo…”. Ma ce ne sarà sempre una che, godendo, dirà: “Ragazzi, volete un autografo con dedica?”
Lasciate che gli unni vengano a me…